
- 1 kg di cinghiale;
- 3 cucchiai di olio evo;
- 1 kg. di pomodoro passato;
- 1 litro di vino rosso;
- 2 carote;
- 2 cipolle;
- 1 spicchio d’aglio;
- 3/4 foglie di alloro;
- 5/6 bacche di ginepro;
- 2/3 costoline di sedano;
- un po’ di rosmarino;
- 4 foglie di salvia;
- qualche foglia di prezzemolo;
- sale q.b..
Chi è che in Toscana non ha un amico cacciatore di cinghiale?
Mio marito ha avuto la fortuna qualche anno fa di conoscerne uno e da allora è una prassi: quando capita il fine settimana buono la sua squadra riesce a farne fuori anche 3 o 4 e noi, grandi estimatori, riceviamo la nostra busta con circa 5 kg. di una delle carni più buone che abbia mai mangiato.
Quando frequentavamo la casa di campagna più assiduamente ci capitava anche di ricevere in regalo carne di capriolo, ma il cinghiale è senza dubbio più saporito.
Dicono che sia meglio surgelare la carne perché sia più morbida ma io solitamente la cucino quasi subito.
Taglio subito dei dadi di carne non troppo piccoli, tipo spezzatino, e preparo un battuto con tutti gli odori: aglio, cipolla, sedano, salvia, ramerino, carota, alloro, ginepro, nella metà della quantità descritta.

Dopo aver massaggiato i dadini di carne con il trito di odori li ho messi in infusione nel vino insieme agli stessi odori, nel frigorifero per una giornata.
Trascorsa la giornata ho tenuto la carne sul fuoco a fiamma bassa per una mezz’oretta, nella quale ha rilasciato tutto il liquido possibile, che ho buttato via.
Poi ho preparato un altro battutino di odori simile al precedente e ci ho messo a rosolare, con l’olio e un pizzico di sale grosso, la mia carne.

Dopo che ha preso sapore ho aggiunto la passata di pomodoro e me lo sono dimenticato lì, sul fornello, a fiamma bassissima mentre io svolgevo la mia giornata di lavoro in smart working.
L’ho spento soltanto nella pausa caffè pomeridiana, erano trascorse 5 ore circa.
A cena con la polenta era una poesia…ma mi raccomando: occhio agli eventuali ossicini nascosti fra la polpa!